UN PIEDE SUL BATTISTERO

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La città di Firenze è ricca di misteri nascosti tra i suoi vicoli e nelle sue mura…letteralmente!

 Il Battistero di San Giovanni Battista in piazza Duomo è uno dei monumenti davanti al quale si passa più spesso per via della sua posizione centrale, eppure forse c’è un dettaglio che vi è sfuggito. La porta meridionale del battistero, quella che guarda via dei Calzaiuoli, fu realizzata tra il 1329 e il 1336 da Leonardo D’Avanzo e impreziosita con le formelle di Andrea Pisano narranti gli episodi della vita di San Giovanni Battista. Fin qui niente di nuovo, giusto? Se osservate attentamente però noterete sulla destra un rettangolo scolpito nel marmo. Sembra che qualcuno abbia affisso una targa sul battistero. Nessuna targa, tranquilli, sono delle unità di misura medievali.

Il rettangolo, secondo la leggenda, raffigurerebbe l’impronta del piede di Liutprando, re dei Longobardi e re d’Italia dal 712 al 744 d.C; il quale, volendo regolarizzare le transazioni commerciali decise di adottare come unità di misura il proprio piede. Il “pes regis Liutprandi”. Impose così per tutto il Regno una medesima misura lineare. Il cronista Giovanni Villani scriveva: “Dopo Albarigo, regnò re dè’ longobardi Eliprando (Liutprando), il quale fu grande come gigante, e per la grandezza del suo piede si prese la misura delle terre e chiamasi ancora ai nostri tempi piè d’Eliprando, il quale poco meno d’un braccio della nostra misura”.Villani quando parla “della nostra” (misura) si riferisce al fatto che Firenze aveva già delle misure proprie ufficiali sin dal tempo della contessa Matilde di Canossa, incastonate fuori di Porta San Pancrazio, la Porta Occidentale della città. 

Vi erano anche altre tipologie di misure: quelle di volume, di superficie, ponderali e di capacità per solidi e liquidi. Anch’esse avevano come base di riferimento parti del corpo o elementi naturali. A Firenze c’erano quindi il piede, il palmo, il pollice, il braccio e la tesa ovvero la distanza tra le dita medie tenendo le braccia allargate. Il piede del re Liutprando ad esempio, misurava 43 centimetri circa. La leggenda narra fosse un uomo dalla statura eccezionale. (Considerate che 30.5 cm di piede corrispondono ad una taglia 48.5 di scarpe da uomo). Secondo alcuni il rettangolo mostra la misura della somma di entrambi i piedi. In effetti si tratta di una leggenda poiché il battistero fu profondamente ristrutturato nel corso dell’XI secolo ed il il rivestimento marmoreo esterno del monumento come lo vediamo oggi risale al 1128 circa, quindi risalente a molti anni dopo la morte di Liutprando (690-744).

Il rettangolo raffigurante il piede di Liutprando

 Anche le origini del Battistero ad oggi non sono certe, sembra essere stato edificato sui resti di una struttura romana del I secolo d.C. e rimaneggiato nel VII secolo, durante la dominazione longobarda. I primi cronisti ritenevano che il tempio della divinità del dio Marte, antico protettore di Firenze si trovasse dove poi venne edificato il Battistero, forse suggestionati dalla conversione della città al Cristianesimo e dalla conseguente sostituzione del vecchio protettore dio della guerra con il nuovo Santo coraggioso e battagliero; San Giovanni. I due protettori sono infatti accomunati dal coraggio: fisico per Marte e spirituale per il Battista. Gli studi archeologici hanno però smentito l’ipotesi della trasformazione architettonica da tempio dedicato a Marte, a Battistero cristiano. Il Battistero è invece un’opera originale di stile romanico.

In seguito, l’unità di misura longobarda fu sostituita a Firenze da quella che prende il nome di “braccio fiorentino”, pari a 58 centimetri circa. Istituito per evitare imbrogli dei mercanti. Bensì in Piemonte con il nome di “piede Liprando”, l’unità di misura longobarda fu in uso fino all’introduzione del sistema decimale. Vi è ancora un’altra storia legata alla misurazione della materia che spiega forse le ragioni dell’esistenza di un modo di dire fiorentino che sicuramente avrete usato almeno una volta. Come racconta Piero Bargellini; intellettuale e sindaco di Firenze dal 1965-67, nel Chiasso delle Misure, prima ancora Chiasso del Fondaco degli Acciaiuoli, si trovavano gli uffici delle Misure o del Segno. L’Ufficio del Segno era il luogo nel quale venivano depositati e conservati i campioni delle misure e dove venivano verificati gli strumenti di misurazione. Tutto questo veniva fatto per evitare imbrogli da parte dei mercanti i quali spesso assumevano in bottega ragazzi molto giovani e minuti così grazie alle loro braccia ben più corte del braccio fiorentino,riuscivano a gonfiare i prezzi delle merci.

Questa potrebbe essere una delle origini della dicitura “avere il braccino corto”, appellativo fiorentino degli avari. In ogni modo bisognerà attendere l’unità d’Italia per avere un unico sistema metrico in tutta la penisola; con la legge del 28 luglio 1861 venne adottato definitivamente il sistema metrico decimale. Oggi le vecchie unità di misura locali sono molto importanti e fanno parte di uno dei numerosi metodi di datazione storica. La mensiocronologia è un processo utilizzato per risalire alla datazione di edifici storici e si basa proprio sulla misura dei materiali da costruzione impiegati; le cui misure ed unità di misura, come abbiamo visto , variavano a seconda dei comuni ed erano soggette ai cambiamenti politici.

Alessia Bicci

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