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CASTELLO E PARCO NATURALE DI SAMMEZZANO
Il 25 febbraio scorso il FAI, Fondo Ambientale Italiano, ha annunciato i vincitori della campagna nazionale ‘Luoghi del Cuore’, concorso volto a sostenere i luoghi italiani che ci hanno rapito il cuore. Per chi si stesse ancora chiedendo cosa sono i Luoghi del Cuore lo chiarisce Giuliana Maria Mozzoni Crespi : “
E’ come se infinite piccole fiammelle venissero accese nelle città, nei paesi aggrappati alle colline, lungo le frastagliate coste, attraverso le pianure, in mezzo agli alberi dei boschi, lungo i fiumi…sono quei luoghi che gli uomini hanno amato, vissuto, intravisto, sognato, con nostalgia ricordato”

Nell’anno pandemico il censimento del FAI ha conosciuto il maggior numero di partecipazioni. Con ben 2.353.932 voti, gli italiani hanno voluto manifestare il loro riconoscimento emotivo verso il loro patrimonio culturale e ambientale.
E’ una località fiorentina quella che si è aggiudica il secondo posto: il Castello e parco naturale di Sammezzano, a Leccio, frazione del comune di Reggello. A seguire il castello di Brescia, mentre la Ferrovia “delle meraviglie” Cuneo-Ventimiglia-Nizza ,con 75.586 voti, trionfa sulla vetta.
Non è la prima volta che si celebra la bellezza del castello fiorentino, perché già nel 2016 Sammezzano è risultato il primo classificato tra ‘i Luoghi del Cuore’. Negli stessi anni il castello è stato utilizzato per la realizzazione di spot e film tra cui spicca “Il racconto dei racconti” del regista Matteo Garrone.
Il castello e la sua ambientazione allegorica sono state sede anche di altri progetti cinematografici tra cui “L’Oriana”, film biografico dedicato ad Oriana Fallaci, e “The evil inside”, film horror diretto da Carlo Baldacci.

CENNI STORICI-ARTISTICI
Il castello di Sammezzano svetta sulla sommità d’una collina, già nel corso del IX secolo svolgeva il ruolo di fortezza medievale. Si narra che in passato accolse addirittura il re dei Franchi Carlo Magno. In tempi più recenti, e da fonti più certe, è il soggiorno di Umberto I presso la fortificazione releggese.
I Gualtierotti, gli Altoviti e i Medici sono alcuni dei nomi delle nobili famiglie fiorentine che si sono passate la proprietà tra il XIV e XVI secolo. Nel 1605 ne divenne proprietaria la famiglia Ximenes d’Aragona, ma solo nella seconda metà del 1800il Castello di Sammezzano ha assunto l’aspetto che vediamo oggi.
La sua straordinaria veste architettonica è dovuta ai lavori intercorsi tra il 1842 ed il 1890 per volontà del marchese Ferdinando Panciatichi Ximenes d’Aragona. Ferdinando fu protagonista della vita culturale, sociale, politica della Firenze del tempo, fu anche Deputato del Regno , oltre che supervisore e direttore di ogni aspetto estetico che interessò l’edificio.
Le varie trasformazioni architettoniche che si susseguirono in quei decenni rispecchiano il gusto della corrente dell’Orientalismo che in quegli anni divampava in Europa. Fu così che il castello di Sammezzano divenne il più importante esempio di architettura eclettica di corrente orientalista d’Italia, oltre che essere scrigno memoriale del marchese che ne diresse personalmente i lavori.

Nel castello sono richiamati capolavori architettonici di arte moresca come l’Alhambra di Granada ed il Taj Mahal in India. Inoltre l’architettura è immersa in uno dei parchi storici più vasti della Toscana, con oltre cento specie arboree esotiche.
Lo definisco ‘ scrigno memoriale’ perché il mirabile Ferdinando marchiò ogni sala con alcune delle sue citazioni, che ci hanno consentito di conoscere meglio i suoi pensieri, credo, desideri che coltivò in vita. Queste tracce testuali tengono vigili i nostri occhi, infatti immersi nella maestosa varietà di questi spazi siamo al sicuro dal rischio di annoiarci. La maggior parte di queste iscrizioni comunque esprimono l’amarezza, e la frustrazione di un uomo che a un certo punto della sua carriera di Deputato del neonato Regno D’Italia, decise di dimettersi, deluso da quelle che erano le manovre segrete politiche: la sua delusione si esprime bene nell’ iscrizione riportata nella nicchia del Corridoio delle Stalattiti che tradotta dice : ”Mi vergogno a dirlo, ma è vero: l’Italia è in mano ai ladri, esattori, meretrici, e sensali che la controllano e la divorano. Ma non di questo mi dolgo, ma del fatto che ce lo siamo meritato!”

Mentre varcata la soglia d’ingresso del Castello di Sammezzano ci accoglie l’iscrizione che recita: “Sempre non c’è scampo, è così e basta. Per avere successo nella vita si deve essere volgari ed infami. Altrimenti saremo condannati all’oblio”.
Gli ambienti divengono così lo specchio di Ferdinando che si presenta a noi. Figura mirabile perché ha racchiuso ed edificato in mattoni, il suo pensiero, e la sua visione del mondo senza esitare a denunciare i mali del suo tempo.
Beatrice Carrara