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Avete mai sentito parlare di termini come dislessia, disortografia, discalculia? Sapete cosa sono i Disturbi dell’attenzione o dell’apprendimento? Il Master dell’Università di Firenze risponde a tutte queste domande, attraverso un corso intensivo di nove mesi. Prima, però, facciamo un po’ di chiarezza e cerchiamo di entrare nel cuore dei temi che vengono affrontati in tale Master.
Disturbi dell’apprendimento
Tutti noi, almeno una volta nella vita, soprattutto in ambito scolastico, abbiamo sentito parlare di disturbi specifici dell’apprendimento (DSA); pochi, però, sanno veramente cosa siano. I DSA sono disabilità in cui si presentano significative difficoltà nella lettura, scrittura e calcolo. I DSA si caratterizzano per essere estremamente specifici: il disturbo può riguardare solo il calcolo, ma non la scrittura, oppure può essere circoscritto solo alla lettura. Un altro elemento caratteristico di questi disturbi è quello di essere osservabili quando il bambino inizia a leggere e scrivere, dunque non possono essere scoperti prima. Mentre i bambini che non presentano questo disturbo, trasformano la lettura delle parole e la scrittura in un automatismo, che dopo qualche tempo risulta non occupare così tanto energie e sforzi, i bambini con DSA fanno fatica a sviluppare capacità che per tutti risultano essere semplici e assodate.
Non dobbiamo pensare che tali disturbi siano frutto di traumi infantili o problemi psicologici: essi hanno un’origine neurobiologica. Il bambino ha la stessa capacità cognitiva e la stessa intelligenza dei coetanei, ma disperde più energie del normale nell’apprendere come calcolare somme o sottrazioni, piuttosto che non fare errori ortografici durante la scrittura di un testo. Spesso, le difficoltà scolastiche, il senso di inadeguatezza e l’insufficiente attenzione degli insegnanti nell’analizzare il problema possono spingere l’individuo a lasciare la scuola. In Italia, la diagnosi di questi disturbi è spesso insufficiente e le stime dicono che almeno due studenti con dislessia su tre non ricevono una diagnosi durante il percorso scolastico: è fondamentale, dunque, diagnosticare in tempo il disturbo e modellare il percorso di studio secondo le necessità dell’alunno. Questo non solo permetterà di coprire con successo tutti gli argomenti e materie che vengono trattate durante l’intero percorso scolastico, ma permetterà di aumentare l’autostima personale, nonché il senso di gratificazione dell’individuo.
La legge italiana 170/2010 riconosce quattro disturbi dell’apprendimento, dislessia, disortografia, discalculia e disgrafia, e sancisce la necessità di diagnosi rapide per creare un percorso educativo personalizzato sulle richieste dell’alunno: nelle scuole come nelle università i soggetti con DSA devono essere in grado di raggiungere il massimo risultato e lo Stato italiano deve impegnarsi per portare a termine questo importante obiettivo.
La dislessia
La dislessia si contraddistingue per la difficoltà nella lettura da parte del soggetto che presenta tale disturbo. La lettura di un testo è lenta, faticosa e poco scorrevole; nell’analisi della parola si osservano omissioni o aggiunte di lettere e le parole vengono spesso scambiate con altre. La conseguenza immediata di tutto ciò è che l’analisi e la decodifica del brano è molto difficile e ricca di ostacoli: ciò rallenta l’apprendimento dell’alunno rispetto ai coetanei.
La disortografia
La disortografia è un disturbo che coinvolge la correttezza ortografica della scrittura attraverso errori fonologici e non fonologici: nel primo caso non c’è una corrispondenza tra il suono e il segno, come la difficoltà nel distinguere la t dalla d, mentre nel secondo caso ci riferiamo a separazioni o unioni di parole in maniera incorretta, per esempio scrivere la voro invece che lavoro.
La discalculia
La discalculia corrisponde alla difficoltà di apprendere la matematica come saper scrivere e riconoscere i numeri, calcolare operazioni, memorizzare formule, saper comparare numeri maggiori da quelli minori. Queste difficoltà niente hanno a che vedere con il fatto che l’alunno “non si applica” e sicuramente aumentare il numero e la frequenza degli esercizi è una strategia che non funziona, anzi, può affaticare ancora di più lo studente, nonché frustrarlo.
La disgrafia
La disgrafia è un disturbo specifico della scrittura che coinvolge la grafia e, compromettendo la qualità grafica del testo, può rendere ciò che è stato scritto completamente illeggibile. I segni alfabetici e numerici non vengono scritti correttamente a causa della difficile coordinazione tra il cervello e la mano. Possiamo osservare assenza di spazi fra le lettere, parole di grandezza differenti, troppa pressione sul foglio o la totale assenza del rispetto di margini e righe tra una frase e l’altra.
Disturbi dell’attenzione (ADHD)
Il disturbo da deficit dell’attenzione ed iperattività si manifesta durante l’infanzia attraverso tre sintomi principali: disattenzione, iperattività e impulsività. Gli studenti con questo disturbo faticano a rimanere concentrati su uno stesso compito e si fanno distrarre facilmente dai compagni o da rumori occasionali: raramente, infatti, riescono a completare una consegna. I bambini con ADHD giocano in modo rumoroso, parlano ad alta voce, interrompono persone che conversano o che stanno svolgendo delle attività in modo brusco e sono molto disorganizzati.
Gli studi dimostrano che il 3-7% dei bambini in età scolare e il 4-5% degli adolescenti e dei giovani adulti, rientra nei criteri del disturbo da deficit di attenzione e che tra essi i maschi sono il doppio della femmine. Non esiste un’unica causa, ma diverse potenziali fattori che portano al suo sviluppo: peso ridotto alla nascita, traumi cranici, deficit di ferro, assunzione di minime quantità di piombo od esposizione prenatale ad alcol, tabacco e cocaina.
Come accennato la sintomatologia di questo disturbo si contraddistingue per:
Disattenzione
La disattenzione si contraddistingue per la mancanza di coinvolgimento e concentrazione nel portare a termine uno specifico compito, nonché un’alta capacità nel distrarsi per rumori o elementi che si trovano nell’ambiente intorno al soggetto in questione. Un bambino con tale problematica perde spesso quaderni, penne, libri e fatica a comprendere le consegne che gli vengono chieste. Per esempio, una semplice domanda come: “Potresti portarmi il libro di scienza che si trova nella mia camera, nel secondo cassetto vicino all’armadio” creerebbe un senso di frustrazione nel bambino, che alla fine abbandonerebbe la ricerca, perché troppo complessa.
Impulsività
L’impulsività si riferisce alla tendenza ad agire in modo precipitoso ed affrettato con possibili conseguenze negative per il bambino, come attraversare una strada trafficata senza guardare, apparire maleducati nell’interrompere senza motivo una persona o compiendo atti pericolosi senza pensare alle conseguenze.
Iperattività
I bambini con iperattività sembrano avere un’energia incontenibile e basta solo osservarli per rimanere senza fiato. Sono bambini con “l’argento vivo addosso”, che non sopportano tempi di silenzio o di stasi: sembrano irrequieti, proprio perché non riescono a stare seduti, ma si dondolano sulla sedia, corrono per la stanza e vogliono fare più giochi contemporaneamente.
Questi sono alcuni degli elementi che il Master dall’Università di Firenze offre a chiunque abbia conseguito una laurea magistrale o specialistica e che sia interessato a questo settore. Il mondo dell’apprendimento è estremamente vasto: vi sono scoperte e studi continui e la ricerca non si ferma mai, perché l’istruzione, non solo deve essere garantita a tutti, ma deve essere modellata in base alle esigenze di chi ne ha più bisogno.
Martina Marradi