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Un nome che nel panorama hollywoodiano sa di leggenda, Daniel Day-Lewis, l’attore celebre per pellicole come “L’ultimo dei Mohicani”, “Gangs of New York” e “Il petroliere”; per citarne solo alcune. Un 3 volte premio Oscar, che nel 1997 decise di prendersi volontariamente una pausa dalle scene, per abbandonare la lussuosa, quanto estenuante, vita da star.
Non tutti però ricordano che, il grande Daniel, durante i suoi anni di “esilio” scelse proprio la nostra Firenze, nel 1999, per staccarsi dalla mondanità e ritrovare se stesso. Un anticonformista da sempre, che anche in questo caso, dimostrò all’industria cinematografica la sua libertà.
Qui fu allievo presso la rinomata bottega, in borgo San Frediano, del compianto Stefano Bemer, uno dei più autentici maestri artigiani fiorentini, il quale insegnò lui l’arte del calzolaio.
Fonte: firenze.repubblica.it
Un mestiere fatto di amore, cura e pazienza; che lo colpì fin da subito. “Il primo ad arrivare e l’ultimo ad andare via, senza nessuna retribuzione” racconterà qualche anno dopo la moglie di Stefano.
Se però dobbiamo dire la verità, questo fu più un ritorno nella città gigliata, la quale lo aveva già ospitato durante le riprese della pluripremiata “Camera con vista” del 1985. Anno in cui vi trascorse molto tempo a stretto legame con la sua gente; fino ad innamorarsene.
A riportarlo sulle scene sarà poi Martin Scorsese, anche se non senza fatica, inseguito a vari confronti avvenuti di nascosto nel laboratorio fiorentino fra il regista e l’attore. Siamo nel luglio del 2000 quando lascerà Firenze per far ritorno nel mondo del cinema.
Matteo Bonfanti