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Ci sono alcune città come Firenze, Roma, Venezia, Milano… in cui ogni volta che si sposta un mattone o si iniziano dei lavori, esiste la probabilità che si stia per trovare qualcosa di inaspettato. Qualcosa che potrebbe cambiare le carte in tavola, o qualcosa che spesso porta le Soprintendenze a cambiare le regole del gioco. Diciamo la verità: forse è un aspetto che caratterizza proprio tutto il Bel paese.
Andiamo per ordine: agli Uffizi è periodo di lavori, di restauri e di riarrangiamenti vari in vista della tanto attesa riapertura.

Fonte: 055 Firenze
Questi lavori hanno interessato principalmente l’ala di Ponente del museo, per un totale di circa 2000 metri quadrati finora inaccessibili: sono 8 le sale di Ponente restaurate, 14 le sale al piano terra nell’area di Levante, oltre ad altre 21 nella zona dell’interrato. I “nuovi” spazi disponibili presentano una doppia valenza: da un lato sono da inserire nell’ambito dei lavori per la realizzazione dei Nuovi Uffizi portati avanti dalla Soprintendenza insieme alle Gallerie, condotta dall’architetta Chiara Laura Tettamanti (direttrice dei lavori) e dell’architetto Francesco Fortino; dall’altro lato questi lavori comportano anche un importante riordinamento dell’accesso al complesso, infatti dalla riapertura in poi l’entrata sarà spostata dal lato più vicino all’Arno.
Sono stati anni, come dichiarato da Eike Schmidt, di “progresso nel recupero degli spazi, progresso che permette ora un accesso al museo più razionale e sicuro, e punti di accoglienza organizzati in modo più efficiente. A breve, quando saranno risistemate le sale a pianterreno dell’ala di Levante, la visita agli Uffizi potrà avere una gloriosa introduzione: nelle sale a pianterreno verrà infatti esposta la statuaria classica, con opere dai depositi e altre recentemente acquistate.”

da attribuire al contesto del pittore Bernardino Poccetti
Fonte: ANSA
Ma veniamo alle scoperte: proprio nell’area di Ponente sono riaffiorati due affreschi del Seicento. Uno di questi vede all’interno di un clipeo protagonista il granduca Ferdinando I; l’altro – che si presenta in condizioni di conservazione nettamente migliori – mostra un giovane Cosimo II de’ Medici, ritratto a figura intera e a grandezza naturale con intorno le allegorie di Firenze e Siena, da attribuire all’ambito del pittore Bernardino Poccetti (1548-1612), conosciuto e apprezzato nella Firenze dell’epoca per le sue opere figurative.
Negli spazi del piano terra sono inoltre venute alla luce numerose decorazioni presumibilmente settecentesche e ascrivibili al periodo del regno di Pietro Leopoldo di Lorena. Queste decorazioni sono caratterizzate da motivi vegetali e si sviluppano fra pareti e soffitto; al centro del soffitto trionfa una panoplia con dei fasci littori.
Questi affreschi saranno visibili al pubblico in quanto facenti parte della zona di ingresso del riordinato museo, le cui opere di restauro e riassestamento, come spesso accade, non iniziano e terminano in loro stesse, ma piuttosto agiscono come una sorta di richiamo dal passato glorioso (e per molti aspetti ancora sconosciuto) del complesso vasariano, che mantiene la capacità di sorprenderci ogni giorno di più.
Daria Passaponti