Firenze in testa alla classifica delle città italiane più inquinate

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In numerose città europee l’inquinamento atmosferico è una questione annosa, rappresentando soprattutto un grave rischio per la salute. 

L’Agenzia Europea dell’Ambiente (AEA) ha pubblicato – a giugno – una mappa visuale della qualità dell’aria nelle città europee, tramite la quale è possibile analizzare i relativi valori degli ultimi due anni nella propria città, per poi confrontarli con quelli di altre conurbazioni.

Dall’analisi di questa mappa è emerso come Firenze sia in testa alla classifica delle città italiane con maggiore concentrazione di diossido di azoto per metro cubo: è infatti risultata quella con i più alti livelli di smog sul territorio italiano. A tal proposito, il sindaco di Firenze, Dario Nardella, ha sostenuto che tale innalzamento sia probabilmente dovuto anche al fatto che, a causa dei lavori sull’A1, molto traffico si sia riversato sulla viabilità ordinaria, quindi anche sulla città stessa.

Inoltre, è da considerare che con la stagione estiva si vengono a creare delle reazioni chimiche tra ossidi di azoto e composti organici volatili, tali da dar vita ad ozono, perossiacetilnitrato e perossibenzoilnitrato, oltre ad altre sostanze a basse concentrazioni. Tale fenomeno, catalizzato dalla luce, produce smog fotochimico, caratterizzato da un colore giallo-arancio, altamente tossico per la salute di vegetali ed umani.

Proseguendo nell’analisi dei dati, emerge che nel biennio 2019-2020 le tre città europee più pulite, in termini di qualità dell’aria, sono state: Umea (Svezia), Tampere (Finlandia) e Funchal (Portogallo); mentre le tre più inquinate sono risultate essere: Nowy Sacz (Polonia), Cremona (Italia) e Slavonski Brod (Croazia). 

Più nello specifico, la mappa suddivide i livelli di qualità dell’aria in:

  • Buoni;
  • Mediocri; 
  • Scarsi;
  • Molto scarsi.

Delle 323 città incluse nella mappa, 127 di queste hanno registrato una qualità dell’aria classificata come buona, essendo al di sotto degli orientamenti sanitari per l’esposizione a lungo termine al particolato fine, come fissati dall’OMS (10 microgrammi per metro cubo d’aria).

Il particolato fine è, difatti, l’inquinante atmosferico che incide maggiormente sulla salute quando si parla di morti premature e malattie: in particolare, l’esposizione a lungo termine causa malattie cardiovascolari e respiratorie.

Basti pensare che, pur avendo assistito nell’ultimo decennio ad un netto miglioramento della qualità dell’aria in Europa, l’AEA ha stimato che nel 2018 l’esposizione al particolato fine ha causato circa 417.000 morti premature in 41 Paesi europei.    

In conclusione, lo scopo della mappa è quello di fornire informazioni cui i cittadini possano ricorrere per segnalare eventuali problemi alle autorità locali: ciò aiuterà a raggiungere gli obiettivi stabiliti dall’Unione Europea in materia di “Zero Pollution”.

Infatti, il 12 maggio 2021 la Commissione Europea ha adottato lo “Eu Action Plan Towards a Zero Pollution for Air, Water and Soil”: l’obiettivo, fissato al 2050, è quello di ridurre l’inquinamento di aria, acqua e suolo a livelli non nocivi per la salute e per gli ecosistemi naturali.

Lisa Pieroni

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