CHERNOBYL E IL NOSTRO RAPPORTO CON IL NUCLEARE

Tempo di lettura: 3 minuti.

Il disastro di Chernobyl è sicuramente l’incidente nucleare che più di qualunque altro abbiamo in mente. È avvenuto il 26 Aprile 1986 e ha coinvolto il reattore n° 4 della centrale nucleare di Chernobyl vicino alla città di  Pripyat e ha profondamente influenzato il decorso nell’energia nucleare nel nostro paese. Nel 1987 si è tenuto il referendum nel quale uno dei quesiti aveva come oggetto lo smantellamento delle centrali nucleari. L’esito positivo, con quasi l’80% dei voti favorevoli, ha decretato il progressivo spegnimento dei rettori delle quattro centrali allora operative di Latina, Sessa Aurunca (CE), Trino (VC) e Caorso (PC). 

C’è grafite sul tetto

La centrale di Chernobyl non aveva solo scopi civili ma anche militari, fatto che comportava un rifornimento frequente che era operato mediante una gru che accedeva direttamente al nocciolo dal tetto. La presenza di gru impedì di costruire un tetto di contenimento e questo causò la fuoriuscita di materiale radioattivo dalla struttura, perché non provvisto di un muro di contenimento adeguato. 

Inoltre, i tre uomini-chiave del disastro avevano poca competenza in materia di reattori nucleari. Solo Djatlov aveva una certa esperienza sui reattori per propulsione navale, mentre Brjuchanov e Fomin nessuna.

Il disastro di Chernobyl è stato frutto di errori progettuali della centrale e incompetenza durante un test di efficienza eseguito, per ordine di Brjuchanov, disabilitando tutti i sistemi di sicurezza automatica che lo avrebbero potuto ostacolare: spegnimento del reattore, riduzione di emergenza di potenza etc. Fra le varie criticità dell’intervento c’è l’aver sottostimato la potenza a causa dell’accumulo di Xenon 135, che ne impediva di valutare il reale valore. Una scelta che ha spinto gli operatori ad aumentare la potenza, incrementando oltremodo la reattività del reattore fintanto che un’esplosione di vapor saturo (non nucleare!) ha scoperchiato il nocciolo causando la successiva dispersione di materiale radioattivo nell’area attorno alla centrale.

L’insieme di negligenze professionali rende improbabile che un simile evento si ripeta, eppure Chernobyl è fissato nell’immaginario comune come l’evento che sancisce in modo inesorabile la pericolosità dell’energia nucleare. È un evento talmente radicato che ha influenzato il dibattito pubblico, in Italia, non solo nel 1987 ma anche nel 2011 quando il governo Berlusconi IV propose un nuovo referendum per l’introduzione del radicale in Italia. 

Nucleare vs rinnovabili, oppure no?

Un disastro oggi non difficilmente ripetibile ha gettato cattiva luce sull’energia nucleare tout court. Eppure, nonostante i pregiudizi largamente diffusi, il nucleare è un’arma decisiva per la lotta al cambiamento climatico. Secondo le stime di http://www.ourworldindata.org, il principale responsabile delle emissioni di gas serra è la produzione di energia (circa 73.2%).

Ad oggi, purtroppo, raggiungere il 100% di energia proveniente da fonti rinnovabili è molto difficile dati gli enormi svantaggi sia logistici che intrinsechi che sono presenti in ogni tecnologia alla loro base.

Eolico e solare presentano, oltre all’ovvio l’inconveniente delle condizioni meteorologiche, l’inconveniente di richiedere grossi sistemi di accumulo dell’energia e sistema di backup (spesso alimentati da combustibili fossili). La combustione biomasse oltre ad avere una bassa densità energetica, immette nell’atmosfera sostanze inquinanti. Geotermico e idroelettrico dipendono molto dalla posizione geografica dato che dipendono, rispettivamente, o da un pozzo geotermico o da un corso d’acqua associato ad un dislivello.

Per ridurre (ed eliminare) l’utilizzo di combustibile fossili è quindi necessario un approccio più di ampio spettro: nucleare e rinnovabili insieme! Il nucleare rispetto alle altre rinnovabili è una fonte che è sempre disponibile, fornisce energia in maniera costante e non dipende dalla geografia o dal territorio.

Un futuro migliore e senza combustibili fossili, sia in Italia che nel mondo, dovrà necessariamente prevalere sulla paura collettiva del nucleare e, indirettamente superare quel trauma che è stato Chernobyl.

Lorenzo Niccoli

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