Tempo di lettura: 2 minuti.
A chi di noi guardando una bicicletta non viene in mente l’infanzia? Di quando per la prima volta salivi in sella, e piano piano tentavi di pedalare in modo tale da rimanere in equilibrio. Probabilmente i primi tentativi erano destinati al fallimento, ma dopo svariate prove, tac! Ecco che trovavi quel sistema che riusciva a mettere in armonia il corpo umano e la vera essenza della bicicletta: l’equilibrio. Ecco, quel semplice gesto verrà immagazzinato nella tua mente e nonostante possano passare anni, non dimenticherai mai come trovare l’equilibrio. La prima pedalata è uno dei primi riti di “iniziazione” di quasi ognuno di noi, una volta imparato non saprai nemmeno come spiegare come tu sia riuscito a farlo. Tu ricordi la prima pedalata?
Le prime origini della bicicletta risalgono al periodo storico di fine Quattrocento, grazie al genio di Leonardo Da Vinci. Nel “Codice Atlantico” del 1490 sono contenuti i suoi schizzi che ritraggono un veicolo simile al biciclo.
Facciamo un balzo di trecento anni; siamo alla fine del XVIII, un periodo storico caratterizzato da rivoluzioni e nuovi ideali su cui verranno poste le basi per gli anni a venire. Proprio in questo periodo in Francia, nel 1791, il Conte Sivrac progetta il primo mezzo a due ruote: il “célérifère”. Tuttavia, l’invenzione della bicicletta, per come la conosciamo noi oggi, è attribuita al barone tedesco Karl von Drais, nel 1817. In Italia la due ruote venivano denominate ‘draisina’ e apparvero a Milano nel 1819.
Nei secoli successivi la bicicletta ne ha fatta di strada in tutti i sensi, rivelandosi un mezzo fondamentale, adattandosi sempre di più alle esigenze dell’uomo: bici da passeggio, bici da corsa, mountain bike, bici da cicloturismo ecc… insomma, ne esistono un’infinità per tutti i gusti e esigenze.
Ma torniamo ai giorni nostri. Ormai da più di un anno il Covid-19 è entrato nelle nostre vite, modificando radicalmente molti nostri comportamenti e abitudini. I vari lockdown hanno costretto la maggior parte di noi a concentrare tutta la giornata davanti a un dispositivo elettronico per lavorare, studiare e/o anche semplicemente come utilizzo ricreativo. Tutto ciò ha spinto le nostre vite a una quotidianità per lo più sedentaria. A seguito dell’alleggerimento delle misure di restrizione, parte della popolazione ha posto attenzione sulle tipologie di mezzi di trasporto che diminuissero il rischio contagio, spingendo il cittadino all’utilizzo delle due ruote. Anche tu hai verificato questo cambiamento?
La mobilità sostenibile è il quarto dei nove punti contenuti nel piano “Rinasce Firenze” (vedi articolo 12 aprile 2021 di Sara Alfonso), questo obiettivo oltre a tenere in considerazione gli spostamenti con mezzi pubblici, mette in risalto la necessità di adeguarsi alle richieste di migliorare la mobilità ciclabile. I principali progetti sono:
- Estensione delle piste già esistenti di ulteriori 12 km; inserire 10 km di zone ciclabili nelle strade che sono attualmente utilizzate esclusivamente da mezzi a motore;
- Incrementare le “zone 30” per tutelare tutti gli utenti stradali;
- Incentivare l’utilizzo della bici per recarsi al lavoro tramite azioni quali: inserire nell’orario lavorativo il tragitto in bici e attivare incentivi per la mobilità green (rilascio di kit antifurto, sconti sul settore, rottamazione di autoveicoli a favore delle due ruote). Inoltre, è da tenere in considerazione il bonus governativo che è stato varato nel 2020 (validità fino al 31 dicembre 2020) per l’acquisto di mezzi sostenibili.
Secondo il Dossier Covidlines, redatto da Legambiente, a Firenze da maggio 2020 sono stati incrementati di 9,6 km i percorsi ciclabili pop-up, situati nei seguenti tratti: viale Redi, via Torre degli Agli dietro il Palagiustizia e via Talenti fino a Scandicci lungo viale Nenni. Sempre secondo il Dossier, nei piani comunali sono previsti degli ampliamenti del chilometraggio delle piste ciclabili, infatti, si passerà dagli attuali 66,3 km ai 108,5 km.
Sempre stando ai dati del Dossier sopracitato, nel nostro Paese solamente nel mese di settembre 2020 l’uso delle biciclette è aumentato del 27,5%, portando l’Italia al primo posto nella classifica europea. Inoltre, a maggio dello stesso anno c’è stato un incremento di vendite di bici del 60% rispetto allo stesso periodo del 2019. Ciò è sicuramente correlato al bonus erogato dal Governo, dalle restrizioni anticovid che permettevano l’utilizzo della bici senza troppe limitazioni e al desiderio di libertà diffuso nella maggior parte della popolazione.
In precedenza ho menzionato i percorsi pop-up, ma cosa sono?
Sicuramente ne avrete visti molti nelle varie zone di Firenze (e non solo). Sono percorsi realizzati con una spesa irrisoria, grazie all’utilizzo di segnaletica orizzontale e verticale. Esse vengono inserite direttamente nelle aree trafficate da veicoli a motore, così da tutelare i ciclisti. Questa iniziativa è del tutto provvisoria, infatti il progetto finale verterà nelle realizzazione di una vera e propria pista ciclabile.
La crescita della due ruote non si è verificata solamente a livello nazionale ed europeo, ma anche nel resto del mondo. Secondo i dati dai Google, tra febbraio e giugno 2020, le ricerche di indicazioni stradali ciclabili sono incrementate del 69%.
La bicicletta oltre a offrire una sicurezza nel mantenimento del distanziamento sociale, può incentivare la popolazione a raggiungere le proprie mete quotidiane facendo nel contempo attività fisica. Un uso regolare della bicicletta può portare a molteplici benefici sia sociali che per la salute dell’uomo, riducendo di conseguenza i costi di assistenza sanitaria generale. Nel documento del 2018 “Promuovere l’uso della bicicletta” stillato dalla Direzione Generale delle politiche interne dell’Unione, quattro ore di bicicletta a settimana, o circa 10 km al giorno, rappresenterebbero un livello di esercizio adeguato per mantenersi in allenamento. Tutto ciò non comporta solamente benefici per la salute personale, ma anche per l’intero ambiente urbano, diminuendo le emissioni di gas inquinanti, anch’essi colpevoli di molte malattie respiratorie che colpiscono l’uomo. Inoltre, l’uso della bici può ridurre il flusso dei veicoli in circolazione, alleviando lo stress generale dati dal traffico. Oltre ai benefici salutistici, la bici è un mezzo accessibile a livello economico per tutti, anche i costi di manutenzione sono irrisori.
Arrivando alle conclusioni, è importante sottolineare come questo sia il momento giusto per sollecitare le istituzioni nell’incrementare gli investimenti nel settore dei trasporti sostenibili, sfruttando la curva in crescita della richiesta di mezzi a due ruote. Le esigenze da parte dei consumatori saranno sempre in aumento nel futuro prossimo, per cui sono necessarie delle politiche che vadano a tutelare ed esaudire i bisogni dei ciclisti che ogni giorno frequenteranno le strade urbane.
La mobilità sostenibile è uno dei baluardi delle città resilienti, percepire in modo reale la crescita di questo settore fa ben sperare in un futuro libero (o almeno in parte) dalle emissioni di gas inquinanti, con il conseguente miglioramento della salute generale.
Lisa Pieroni
Un pensiero riguardo “LA CRONOSCALATA DI FIRENZE VERSO UNA MOBILITÀ SU DUE RUOTE”